https://www.traditionrolex.com/23 https://www.traditionrolex.com/23 https://www.traditionrolex.com/23 Comitato 8 Ottobre 2001 - Per non dimenticare il disastro aereo di Milano Linate
Comitato 8 Ottobre - Per non dimenticare

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    Collisione sfiorata a Napoli

    Un Fokker di Alpi Eagles atterrato sul tratto occupato dall’MD80

    Due aerei sulla stessa pista Collisione sfiorata a Napoli

    Frenata durante il decollo di un jet Alitalia per evitare lo scontro

    NAPOLI - Da ieri alle 17 e 35 ci sono almeno 161 persone che devono ringraziare Dio, se hanno fede, altrimenti la sorte e in ogni caso il comandante del volo Alitalia AZ1215, al quale devono la vita. I 161, equipaggi esclusi, sono i passeggeri che si trovavano a bordo dell’Md80 della compagnia di bandiera in partenza da Napoli con destinazione Torino, e quelli del volo Alpi Eagles E8324 diretto a Catania, che nel momento in cui l’aereo Alitalia stava per decollare, ha imboccato la stessa pista rischiando di essere travolto.
    Sarebbe stata una collisione come quella di Linate nell’ottobre 2001 che provocò 118 morti. Identica la dinamica, e allo stesso modo sarebbe stato catastrofico il bilancio. Se invece stiamo a raccontare soltanto una tragedia sfiorata è perché il comandante del volo Alitalia è riuscito miracolosamente a interrompere la manovra di decollo e a evitare l’impatto. L’altro pilota, invece, ha proseguito tranquillamente, probabilmente non si è accorto di niente, o comunque, una volta combinato il guaio, non ha trovato niente di meglio da fare che tirare dritto. In ogni caso, mentre nella cabina dell’Md80 si facevano il segno della croce per lo scampato pericolo, lui era già in alto, e si stava lasciando la costa alle spalle. I suoi passeggeri sono arrivati anche a destinazione in perfetto orario, a differenza di quelli diretti a Torino che sono poi ripartiti con tre ore di ritardo, alcuni su un volo della Air One, altri su un aereo Alitalia.
    La dinamica della collisione sfiorata è ricostruita in una nota diffusa in serata dall’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo che, con linguaggio tecnico, parla dell’apertura di una inchiesta «per inconveniente grave a seguito dell’evento occorso alle 17.35 locali sull’aeroporto di Napoli Capodichino a un Md80 dell’Alitalia, che in corsa di decollo per pista 24 ha dovuto interrompere la manovra a causa di un’occupazione indebita di pista da parte di un altro aeromobile». In pratica è già chiaro che quello che sulla pista 24 non doveva esserci era l’aereo dell’Alpi Eagles. Ma è anche difficile pensare che un comandante possa imboccare una pista senza che nessuno gli dia l’autorizzazione. Problemi di visibilità non ce n’erano, guasti agli impianti di comunicazione non ne sono stati segnalati. Ma è innegabile che qualcosa sia successo. A denunciare l’episodio alla direzione dello scalo napoletano è stato lo stesso comandante dell’Alitalia. Successivamente i responsabili della Gesac, la società di gestione, hanno riferito all’Agenzia nazionale per la sicurezza sollecitando l’apertura di un’inchiesta, che in ogni caso sarebbe scattata automaticamente. Il primo passo, una volta stabilita con esattezza l’intera dinamica dell’episodio, compresa la distanza a cui i due aerei si sono trovati, sarà ascoltare i dirigenti dell’Enav, l’Ente nazionale per l’assistenza al volo, e chi era in servizio ieri pomeriggio alla torre di controllo. Perché c’è poco da girarci intorno: è da lì che partono le autorizzazioni per qualsiasi manovra in pista, ed è sempre da lì che dovrebbe essere impartito l’ordine di fermarsi a chi sta mettendo a repentaglio l’incolumità sua e di altri.
    Tutto questo, però, non è avvenuto, e qualcuno dovrà spiegare il perché. I primi a chiederlo sono i 129 passeggeri del volo Alitalia che hanno raggiunto Torino soltanto in tarda serata. A bordo, però, nessuno ha capito che cosa stesse succedendo.
    «All’improvviso c’è stata una frenata, siamo sobbalzati e ci siamo dovuti tenere stretti ai braccioli», racconta una donna. Ma, aggiunge, «poco dopo l’aereo si è fermato in fondo alla pista e il comandante ci ha detto che c’era stato un problema tecnico. Era calmissimo e il suo tono ha fatto in modo che nessuno di noi pensasse a un attentato o cose del genere. Davvero bravissimo, non c’è che dire».
    Fulvio Bufi
    dal Corriere della Sera del 27/03/´03 - 27/03/2003
  • Risposte

  • Ciao a tutti. Stavo per scrivere un mio pensiero sulla tragedia sfiorata, quando ho visto questo messaggio...Mi stavo chiedendo se anche in questo caso qualcuno avrà il coraggio di dirmi che il problema è stato causato da imprudenza dei piloti, da incoscienza, da incapacità, quando invece mi sembra molto chiaro che c´è sotto qualcosa di più che dovrà essere esaminato e chiarito. Non penso che qualcuno potrà affermare che anche in questo caso la colpa non può ricadere sulla torre di controllo, sull´ente che gestisce l´aeroporto e via dicendo. In questa situazione c´è anche un fattore molto positivo che può aiutare a capire...I piloti sono vivi e possono parlare!!!! Nel nostro caso non è così e non possono difendersi o dire la loro!!!! Un´ultima riflessione! Ma vi rendete conto di quante tragedie sfiorate ci sono state da quel maledetto ottobre? Quanti morti ci dovranno ancora essere prima che non si debba più sentire parlare di cose simili? So che sono fatti che succedono tutti i giorni in tutto il mondo!!! Nel 2003 non siamo ancora in grado di garantire sicurezza, nonostante le apparecchiature e le tecnologie? So che tanti voli sono difficili da controllare, ma non mi sembra una buona giustificazione! Mio padre mi ha sempre insegnato di arrivare solo fino a dove le mie capacità me lo permettevano, ma allora perchè parlando di aereoporti ho la netta sensazione che si vada oltre le proprie capacità? Perchè si vuole fare di più di quello che si potrebbe, mettendo in pericolo la vita delle persone? Mi sono dilungata fin troppo, ma vi assicuro che certi fatti mi fanno andare il sangue alla testa!!!
    Francesca - 27/03/2003
  • Cara Francesca, mi hai letto nel pensiero!!! Avrei scritto esattamente le stesse cose...sei GRANDE, come SEMPRE!!!! Un bacio
    Leila - 28/03/2003
  • Cara Francesca, sono indignata quanto te, non solo la sfiorata collisione a Napoli, ma oggi ho letto sull´Ansa la notizia di una nuova mancata collisione a Malpensa.Che dire? é la maledizione italiana servono morti, tragedie, dolore, strazio, incidenti per accendere i riflettori su leggi che non si attuano, decreti ministeriali che si sovrappongono e si annullano, programmi di prevenzione e di sicurezza che restano nei cassetti.La luce dei riflettori delle cronache e il dibattito sulle carenze e sulle inadempienze che le catastrofi portano anche indirettamete in primo piano durano il tempo dell´emergenza.La luce dell´indignazione si spegne per riaccendersi ai prossimi morti, al prossimo dolore, alle prossime lacrime.Chi ha sofferto, perchè ha perso qualcuno di caro, non può permettere che accada di nuovo a qualcun altro, chi capisce la sofferenza altrui non può rimanere inerme e in silenzio di fronte a gravissimi episodi del genere."Loro" ci hanno lasciato un compito, se pur difficile, non possiamo permettere che accada di nuovo. Ciao Marialaura
    Marialaura - 28/03/2003
  • Desidero portare a vostra conoscenza il comunicato stampa che ho inviato ieri mattina a tutti i giornali accreditati e che è stata riportata da molti media:

    COMUNICATO STAMPA

    Un altro “8 Ottobre” evitato

    Paolo Pettinaroli dall’ospedale di Vercelli, dove è ricoverato per un piccolo intervento chirurgico, dopo aver appreso la notizia dell’ennesima gravissima mancata collisione avvenuta ieri all’aeroporto di Napoli Capodichino ha commentato:

    “Sono sgomento. Ho rivissuto come in un film quanto avvenuto l’8 Ottobre 2001. La stessa dinamica, gli stessi errori. Mancava solo la nebbia questa volta. Queste cose non devono più avvenire e invio un appello ai vertici dell’Enav, dell’Enac e della Ansv affinché con il Comitato “8 Ottobre per non dimenticare” si creino momenti di incontro sia a livello nazionale che internazionale allo scopo che queste gravissime situazioni non abbiano più a ripetersi. Ci risulta che l’Enac avesse imposto la diminuzione del traffico aereo dello scalo, ma che ciò abbia provocato dure reazioni da parte delle istituzioni locali e dalla società che gestisce i servizi a terra. Stiamo ripetendo la stessa frase da ormai un anno e mezzo, ma nulla è stato fatto. E’ stato più volte detto dagli enti responsabili, che molte migliorie sono state apportate al sistema aeroportuale italiano, ma a questo punto ci chiediamo come sia possibile che rischi così gravi continuino a ripetersi. Com’è possibile che in una situazione così precaria, come interventi di riparazione sulla pista dell’aeroporto di Capodichino quindi di un suo impiego parziale, non siano stati presi i dovuti accorgimenti per evitare un errore così banale, che sarebbe costato la vita a 161 passeggeri oltre agli equipaggi. Ho saputo che l’Ansv ha avviato un ulteriore inchiesta. Chissà mai che a furia di inchieste ne venga fuori qualcosa di serio? I nostri 118 da lassù, hanno ancora una volta dato una mano ad evitare il peggio. Comincio a pensare che ci stiano dando grossi avvertimenti quindi è importante soffermarci a pensare e agire su quanto avvenuto.”

    L’avvocato Paolo Dondina, penalista, difensore di molti parenti delle vittime si limita, sconcertato, a rilevare che anche quest’ultimo episodio di collisone mancato per puro caso all’aeroporto di Napoli Capodichino rivela inammissibili quanto gravissimi errori umani certamente ascrivibili alla responsabilità di chi deve sovrintendere al controllo ed alla regolamentazione ai voli in piena sicurezza. Nella specie, l’errore umano, che andrà individuato e ricondotto a ben precise responsabilità, è tanto più grave perché le condizioni climatiche non sembra possano avere in alcun modo costituito una concausa o una scusante di quanto avvenuto. E’ troppo vivo il ricordo di episodi identici avvenuti nell’agosto 2001 a Malpensa, il 9 Febbraio 2002, e nell’ottobre 2002 (a distanza di 2 giorni l’una dall’altro) perché anche quest’ultima gravissima vicenda possa passare inosservata e senza conseguenze. Da un sommario calcolo della capienza degli aeromobili che nelle vicende sopra ricordate avrebbero potuto entrare in collisione con gravissime ed irreparabili conclusioni, circa 600 vite umane risultano risparmiate per puro caso. E’ arrivato il momento di dire che molte teste, a vari livelli devono “saltare” se si vuole mantenere un minimo di credibilità al sistema sicurezza dei voli in Italia.
    Il Presidente - 28/03/2003
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