Comitato 8 Ottobre - Per non dimenticare

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    8 OTTOBRE 2001 – IN MEMORIA DEI 118 MARTIRI DI LINATE

    Premesso che della sciagura aerea di Linate ero venuto a conoscenza sin dalle 09:00 della stessa mattinata di quel tragico lunedì 8 ottobre 2001 in quanto all’epoca dei fatti come quasi ogni giorno, mi stavo recando in automobile nel mio ufficio di Milano ubicato in zona Città Studi accompagnato da un inquietante corteo di automezzi dei Vigili del Fuoco e da una serie di ambulanze che a sirene spiegate si dirigevano in direzione Viale Corsica per proseguire in Viale Forlanini.

    Ero visibilmente angosciato quella mattina di ottobre perché a Milano si era già sparsa la voce di una grave sciagura avvenuta nei pressi dell’aeroporto di Linate di cui ovviamente si ignoravano i dettagli e le cause, ma anche per il fatto che il giorno precedente e cioè il 7 ottobre 2001 gli Stati Uniti avevano iniziato le operazioni militari in Afghanistan dando inizio all’ennesima guerra in risposta agli attacchi terroristici di New York avvenuti il giorno 11 settembre 2001 e presumibilmente ideati, pianificati e realizzati da tale Osama Bin Laden capo carismatico dell’organizzazione terroristica Al Qaeda ma anche per punire gli afghani per aver dato asilo e supporto logistico al predetto sceicco, peraltro di origini saudite.

    Come tutti quanti ormai sappiamo, Osama Bin Laden e gli afghani nulla hanno a che vedere con il disastro di Linate e nemmeno l’organizzazione terroristica Al Qaeda che tuttavia pare che abbia tratto paradossalmente “spunti interessanti” dalle modalità stesse della tragedia, avvenuta come è noto non certamente per colpa della forza di gravità ma per fatto e colpa di un manipolo di soggetti successivamente identificati e facenti parte a vario titolo di Enti preposti a garantire la sicurezza dei voli e l’incolumità di persone, cose e pure di animali.

    Desidero precisare che le mie conclusioni in merito all’evento di Linate non sono mai mutate negli anni e che qui ribadisco sinteticamente nel riaffermare quanto peraltro confermato anche dalle sentenze oramai passate in giudicato e cioè che la responsabilità della sciagura è da attribuire in concorso tra ENAV, ENAC e SEA e aggiungo io, anche al MIT Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e in tre parole, allo Stato Italiano.

    Dovrebbe apparire superfluo affermare che in un paese civile (ma purtroppo non è il caso dell’Italia) la prima preoccupazione degli Enti preposti alla sicurezza del trasporto aereo sia quella di garantire, organizzare ed implementare la sicurezza dei voli e l’incolumità degli equipaggi e degli utenti, tuttavia come è malcostume diffuso negli Enti Pubblici italiani anche se “privatizzati” il primo pensiero di costoro è rivolto principalmente alla nomenclatura dell’apparato burocratico di turno (oggi si chiama Governance…) e relativa quantificazione degli emolumenti da riservare al Presidente, Vice Presidente, Amministratore Delegato, Consiglieri di Amministrazione, Direttore Generale, Vice Direttore Generale, ecc. oltre ad un certo numero di “abili” manager che dopo aver disastrato le casse di altri Enti Pubblici si ritrovano come per incanto tutti quanti insieme appassionatamente attenti e motivati da nuovi fringe benefits, bonus e stock options non prima di aver contrattualizzato ex ante, le eventuali buonuscite milionarie e successivamente si pongono il quesito su come sia possibile che un aeromobile da 65 tonnellate possa sollevarsi e purtroppo non sempre, dal suolo.

    Visto e considerato che sono un appassionato di aviazione civile e che pertanto mi considero sufficientemente edotto sugli aspetti tecnici della tragedia, in occasione delle recenti festività natalizie, mi sono documentato sulle molteplici ed encomiabili attività del Comitato 8 ottobre 2001 leggendo e rileggendo moltissimi post, soprattutto quelli più datati, le sentenze, le testimonianze, i documenti, le ricostruzioni, le commemorazioni, i contributi audio e video oltre alle innumerevoli iniziative intraprese sia in Italia che all’estero nell’immediatezza dell’evento oltre a quelle che a distanza di quasi vent’anni dalla tragedia, vengono proposte e realizzate.

    Di fronte a tutto ciò, devo semplicemente inchinarmi di fronte ai promotori di questa iniziativa e a tutti coloro che hanno contribuito in modo determinante (cito la c.d. Task Force) nel perseguimento e raggiungimento di obiettivi che nessuno avrebbe mai osato immaginare e il primo pensiero va ovviamente al Presidente Paolo Pettinaroli che ha dedicato gli ultimi 15 anni della sua vita per fare in modo che il sacrificio del proprio figliolo Lorenzo unitamente a quello degli altri 117 martiri di Linate non restasse un mero dato statistico.

    Ho appreso sempre dalla lettura dei commenti sul Forum del grandioso senso civico ed umanitario dimostrato dai nostri amici di SAS Scandinavian Airlines System che pur essendo anch’essi vittime e non responsabili del disastro e che hanno pagato un “conto salatissimo” in quanto a perdite di vite umane (48 vittime tra cittadini svedesi, danesi, norvegesi e finlandesi) oltre alla distruzione dell’aeromobile MD 87 e che si sarebbero prodigati oltre ogni limite per dare assistenza ininterrotta sia morale che materiale ai familiari delle vittime.

    Mi sia concesso di poter affermare che il vostro immenso dolore per la perdita dei vostri cari, grazie anche a quanto ho potuto conoscere ed apprezzare attraverso l’appassionante lettura dei contenuti proposti dal Comitato 8 ottobre 2001 è sinceramente e autenticamente condiviso anche dal sottoscritto mentre sono certo che anche Paolo Pettinaroli che ci guarda da lassù in buona compagnia, credo che possa affermare di aver vinto la sua lunga battaglia per evitare che cali l’oblio su questa assurda tragedia.

    Un sincero e commosso abbraccio a tutti.
    giancarlo gallotti - 30/12/2020