https://www.traditionrolex.com/23 https://www.traditionrolex.com/23 https://www.traditionrolex.com/23 Comitato 8 Ottobre 2001 - Per non dimenticare il disastro aereo di Milano Linate
Comitato 8 Ottobre - Per non dimenticare

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    LETTERA APERTA ALLA FONDAZIONE 8 OTTOBRE E AL CENTRO STUDI DEMETRA

    Egregio Dott. Pettinaroli,
    Egregio Avv. Di Palma,

    lo scorso 1° ottobre al termine del “Laboratorio della cultura e della sicurezza” ho fatto una domanda che ritengo opportuno ritrascrivere per gli amici del forum che quel giorno non sono potuti intervenire.
    «Ho ascoltato con molto interesse l’intervento del Prof. Catino sulla cultura della sicurezza del volo e sul NO BLAME SYSTEM.
    Facendo parte della classe forense, vedo sì le cose nello stesso modo, ma non posso tuttavia prescindere da quei casi in cui le responsabilità debbono essere accertate ed i processi celebrati (parlo della c.d. zona rossa di cui ha parlato il Prof. Catino).
    Vorrei rappresentare agli amici intervenuti una grossa stortura normativa del sistema italiano. L’ICAO all’annesso XIII ha sottolineato (al paragrato 5.4.1), seppure a livello di raccomandazione, la necessità di una separazione tra quelle autorità che hanno il compito di apprendere dagli incidenti e dagli errori e trarne una lezione per riorientare l’azione e prevenire il rischio che gli incidenti non si verifichino nuovamente “solo obiettivo di prevenire incidenti ed inconvenienti escludendo ogni valutazione di colpa e di responsabilità. (da una parte), e quei soggetti, mi riferisco alla magistratura e agli ausiliari del giudice, che hanno viceversa il compito di individuare i responsabili degli incidenti: la c.d. zona rossa (dall’altra parte). Tale raccomandazione sancisce appunto la incompatibilità della Safety Authority (investigator in charge) a svolgere funzioni di consulenti in procedimenti civili, penali, amministrativi.
    Nel nostro Paese, tuttavia, la raccomandazione ICAO non è stata trasfusa in una norma di legge.
    Nella legge istitutiva dell’ANSV (D. Lgs. 66/99), infatti (v. art. 7 co. III D.Lgs. 25/02/99 n. 66) non v’è una incompatibilità degli investigatori ANSV a ricoprire l’incarico di consulente del magistrato. Se ne comprendono facilmente le conseguenze.
    Mi domando se non sia auspicabile l’impegno della Fondazione 8 ottobre 2001, di Demetra Centro Studi e di quanti altri vorranno, di portare avanti un progetto di legge o farsi altrimenti promotore di un emendamento del D.Lgs. 66/99 nel senso anzidetto ovverossia del rispetto della raccomandazione ICAO. »
    Su indicazione del moderatore del convegno, la risposta è toccata al Presidente dell’ANSV: Prof. Bruno Franchi.
    Nel rispondermi il Prof. Franchi si è detto d’accordo sul quanto da me detto e lo ha sottolineato a più riprese.
    A questo punto, ritengo che sarebbe un buon risultato nell’interesse della sicurezza aerea e del processo di uniformazione del nostro paese alle disposizioni contenute nei vari Annessi ICAO, cogliere al volo la disponibilità di ANSV di condividere un problema così spinoso e riprendere le fila del discorso coinvolgendo il Prof. Franchi in un progetto di riforma. Tutto ciò in vista della Conferenza per la presentazione della 63^ edizione dell’“International Air Safety seminar 2010 (IASS )” del 24 gennaio p.v.
    Cordiali saluti
    Avv. Andrea Mannino
    AVV. ANDREA MANNINO - 13/10/2009
  • Risposte

  • Vorrei esprimere una mia opinione sulla questione sollevata dall´Avv. Mannino, che con l´occasione ringrazio, in quanto la ritengo molto interessante sotto molteplici punti di vista.

    La tematica delle indagini, infatti, è estremamente delicata, soprattutto se la si osserva dal punto di vista dei familiari delle vittime, presenti in giudizio attraverso i loro difensori.

    Su questo argomento, in passato, io e l´Avv. Ascanio Amenduni, che come noto ha anche rappresentato la Fondazione 8 ottobre, come Ente esponenziale, al processo relativo al disastro Tuninter del 6 agosto 2005, avevamo già esternato alcune nostre opinioni, sulla scorta della esperienza affrontata.

    In sostanza, riassumo brevemente, si era detto che le persone offese avrebbero necessitato di un ruolo più incisivo nella fase delle indagini, con l´invito a cercare formule che potessero valorizzare maggiormente l’apporto delle parti coinvolte, sempre nel rispetto delle esigenze di indagine della Magistratura.

    La normativa afferente la possibilità di indagini difensive, invero già esistente, si rivela, purtroppo, alquanto impraticabile, per via dei costi elevatissimi che in questi contesti può comportare.

    Voglio precisare che, da un punto di vista difensivo, anche le istanze della parte offesa rappresentata, in questi casi, volte a comprendere il contesto generale dell´incidente, investono talvolta aspetti che non sono solo quelli strettamente legati ai rilievi penali, anche perchè nella fase delle indagini preliminari può non essere chiaro quali e quanti, degli elementi raccolti, avranno un loro ruolo nell´eventuale processo.

    Per questa ragione era stato da parte nostra auspicato, e ancora si auspica, un intervento di portata generale che consenta di tracciare delle linee-guida comuni per la fase investigativa, e crei le basi per un approccio completo, idoneo a sciogliere tutti i nodi che emergono dalle inchieste, nessuno escluso.

    Secondo questi assunti, strettamente connessi, quindi, sia agli aspetti giuridici che a quelli della prevenzione, ne rinviene spunto e coinvolgimento nelle tematiche esposte dall´Avv. Mannino.

    Come già ebbi modo di esprimere al convegno organizzato dalla Fondazione 8 ottobre del 13 novembre 2006, la cultura della sicurezza può essere messa in pericolo anche dalla mancanza di dialogo. Ed è ormai conclamato, ritengo, che uno dei meriti più significativi dell´apporto tangibile della attività intensissima della Fondazione 8 ottobre sia proprio quella di creare occasioni mirate affinchè determinati enti si possano interfacciare tra loro in una sede dove anche i Familiari sono rappresentati, consentendo una osmosi di informazioni preziosissima per la sicurezza.

    Mi sembra quindi questa la sede opportuna per ribadire questi concetti, scaturenti dalle problematiche che, in qualità di difensore, ho riscontrato sistematicamente nei casi di disastri aerei di cui mi sono, nel tempo, occupato. Mi conforta, invero, la condivisione che leggo essere stata espressa dal Prof. Bruno Franchi, Presidente dell´ANSV.

    Quale migliore occasione, quindi, di quella indicata dall´Avv. Mannino (lo IASS del 2010) per affrontare queste tematiche in modo costruttivo?

    La sicurezza è fatta, come sappiamo, di tanti fattori, e certamente la fase del post-incidente è una di quelle che, troppo spesso a carissimo prezzo in termini di dolore, diviene fonte di informazioni utili a poter scongiurare future situazioni simili. Informazioni che emergono grazie, anche, alle indagini giudiziarie, nelle quali i familiari vogliono avere, indiscutibilmente avendone pieno diritto, un loro ruolo anche attivo, attraverso l´interfaccia di chi li rappresenta in veste professionale.

    Orbene, in questa delicata fase, la ´no blame culture´, e la possibilità investigativa dell´ANSV, appaiono come rette parallele, rispetto all´approccio investigativo della Magistratura.

    Ritengo quindi che, anche nell´ambito della cosiddetta “zona rossa” tutti questi fattori abbiano, oggettivamente, dignità ed importanza, perchè, a seconda dei casi, si possono rivelare più o meno efficaci a seconda del contesto e del grado di collaboratività delle parti coinvolte ed eventualmente indagate. Ma ritengo altresì oggettivo, dal mio punto di vista, che non sia possibile tangere la prevalenza dell´intervento inquirente, le cui logiche investigative, ed eventuali correlate necessità di riservatezza, non possono aver luogo senza la immediata completezza delle informazioni disponibili, da un canto, e dalla possibilità - ove necessario e come normale prassi in alcuni procedimenti penali - di non rendere noti i progressi o gli orientamenti delle indagini, sino a determinato momento.


    Proprio nel processo afferente l´ATR Tuninter precipitato in mare il 6 agosto 2005 (nel quale, come noto, ho avuto un ruolo a partire dai primi giorni dopo l´incidente e sino a tutto il primo grado di giudizio, anche se in rappresentanza di parti offese diverse, tra cui un superstite, due sindacati di categoria, e poi il familiare di una delle vittime costituitosi parte civile) questa tematica è stata molto presente.

    Nel ritenere a mia volta auspicabile, conformemente a quanto indicato dall´Avv. Mannino, una normativa che sancisca nel nostro ordinamento l´incompatibilità tra chi investiga per la magistratura e chi lo fa per Enti diversi (come l´ANSV, nel caso citato), altrettanto auspicabile appare un confronto tra le varie parti coinvolte (inclusi Familiari, Avvocati e Magistrati), onde valutare la possibilità di trovare nuove soluzioni, che includano gli aspetti relativi alla acquisizione di elementi utili ai fini della sicurezza.

    E´ ormai riconosciuto, grazie all´impegno straordinario della Fondazione 8 ottobre, il ruolo da loro acquisito nell´ambito della sicurezza, e questo lo si deve ai suoi componenti che hanno, con tenacia e coraggio, affrontato le enormi difficoltà del doloroso percorso che li ha portati a quello che oggi rappresentano e a quanto producono fattivamente per il bene della collettività.

    Su questo solco, ritengo, debbono essere esplorate nuove possibilità di apporto positivo del ruolo dei familiari (inteso nell´accezione procedimentale e processuale), atteso il loro diritto primario, soprattutto quando derivante dall´essere stati direttamente colpiti da detti infausti accadimenti.

    Da avvocato, mi sia consentito su questo sito, potrà facilitare l´operato del professionista in casi come questo, difficili da gestire perchè il peso psicologico è particolarmente gravoso, e lo scrupolo di far bene, di fronte a tanto dolore, diventa un impegno primario.

    Se poi ci si ritrova, come a me è accaduto, ad aver a che fare con persone che, a cominciare da Paolo Pettinaroli e tutti i componenti della Fondazione che con tanta dignità e abnegazione riescono a fare così tanto per gli altri, con persone coraggiose come Rosanna Baldacci e tanti altri componenti della Associazione Capogallo, o con il sorriso fiducioso di Marco Iannuzzi, e come tante altre persone che qui non cito, dalle quali ho imparato davvero molto, è quasi impossibile non sentire questi accadimenti come fossero tuoi propri, e chiederti ogni volta cosa puoi fare per essere d´aiuto.

    Nello scusarmi per essere stato prolisso, spero di essere stato utile, e ringrazio per l´ospitalità.

    Nicky Persico
    Nicky Persico - 19/10/2009
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